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Quella “C” che diventa una “T”

 

Chiara ha 4 anni e non riesce a pronunciare la C: quando questo suono compare nelle parole che dice, lo sostituisce sempre con T. Così “non mi piace il Cavolo” diventa “non mi piace il “Tavolo”.

 

Papà e mamma ormai ci sono abituati, ma quando gioca con gli altri bambini Chiara non viene capita o viene fraintesa e gli amici la guardano sempre più perplessi.

Mamma e papà le fanno ripetere le parole ma lei non riesce a capire cosa stia sbagliando perché i due suoni, T e C, sono per lei proprio uguali!

 

Chiara non ha un problema cognitivo né un deficit uditivo. Ha un Disturbo Specifico del Linguaggio che richiede un intervento tempestivo per evitare che il bambino cominci ad isolarsi, a non parlare, a sviluppare difficoltà comportamentali perché non viene capito, ed esiti in un disturbo di apprendimento della lettura/scrittura quando inizierà la scuola.

 

Il logopedista interviene con giochi per imparare a differenziare i due suoni, a muovere in modo sempre più preciso labbra, lingua e guance e successivamente per impostare la corretta articolazione del “suono mancante”.

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